Enrico Ginelli
Psicologo-capoterra.it

Codipendenza Affettiva: quando l’amore diventa una trappola

Che cos’è la Codipendenza Affettiva?

La codipendenza affettiva è un fenomeno psicologico complesso che descrive una dinamica relazionale caratterizzata da una forte dipendenza emotiva, comportamentale (e talvolta materiale) verso un’altra persona. In parole più semplici è quando sentiamo di essere totalmente dipendenti da una persona cara, e al contempo facciamo tutto ciò che in nostro potere per renderla felice nonostante le circostanze.

Molto spesso, come potrete intuire (o sapere per esperienza) si finisce per rimetterci in salute mentale.

La codipendenza non è una diagnosi, è una modalità, ed è spesso associata a relazioni disfunzionali, in cui uno dei partner o membri della famiglia tende a sacrificare il proprio benessere, i propri bisogni e la propria identità per sostenere l’altro.

“Io non voglio solo renderla felice, io voglio renderla felice, voglio darle il mondo, lei è tutto per me…”

I rapporti disperati ed esasperati, vissuti in bianco e nero, quasi sadomasochistica sono una componente fondamentale della codipendenza affettiva. Chi manifesta i sintomi della codipendenza affettiva sperimenta un forte bisogno fusionale verso l’oggetto d’amore. Una condizione praticamente esistenziale, che porta ad annullare sé stessi e a ignorare i propri bisogni. Porta a vivere nella necessità costante di rassicurazione da parte dell’oggetto d’amore.

Facciamo però un distinguo. Un certo grado di dipendenza dall’altro è funzionale, nelle relazioni d’amore. Anzi, è necessario affinché si sviluppi l’amore. Ma tutto è distorto nella codipendenza affettiva: tutto il mondo perde di valore, e inizia conseguentmente a girare intorno all’amato/a. Il sacrificio è la funzione esplicativa di questo movimento.


Nella mente tormentata del Codipendente Affettivo

Cerchiamo di immergerci nella mente del codipendente affettivo. Probabilmente anche tu, almeno una volta nella vita, hai sperimentato qualcosa di simile, magari durante una fase intensa di innamoramento. Tuttavia, per il codipendente, questa condizione non è transitoria: è uno stato mentale costante, che pervade ogni relazione significativa.

Nel mondo di oggi, il codipendente affettivo funziona all’inverso: si assume responsabilità eccessive nei confronti delle persone care, anche quando queste non gli spettano. Questa assunzione di colpa non si limita a eventi specifici ma si manifesta come un vissuto di autosvalutazione moderata ma costante. Non si sente mai abbastanza e vive nella necessità di chiedere scusa continuamente, anche quando non ce ne sarebbe bisogno.

Uno degli elementi chiave è il ribaltamento dei ruoli: il codipendente si prende carico di tutto, dalle responsabilità pratiche ai conflitti emotivi, finendo per accettare passivamente le reazioni negative degli altri. Gli attacchi o le mancanze del partner, invece di essere rifiutati o contestualizzati, vengono internalizzati come colpe personali, rafforzando un senso di inadeguatezza già radicato.

Accanto alla colpa, un’altra emozione fondamentale è la vergogna. Freud sosteneva che la colpa fosse uno dei motori della società umana e della psicopatologia, ma nel codipendente la vergogna si trasforma in un blocco esistenziale. Egli è ossessionato dal dolore che crede di causare agli altri, dai problemi che ritiene di portare nella relazione, e tutto ciò si traduce in una perenne tristezza.

La riparazione costante è un’altra pietra angolare della codipendenza. Ogni interazione sembra un tentativo di “aggiustare” ciò che non va, sia nella relazione sia nella percezione di sé. Questa ricerca incessante di approvazione e di equilibrio lo porta a trascurare sé stesso, i propri bisogni, le proprie passioni, fino a perdere ogni connessione con la propria identità. La relazione diventa totalizzante, fagocitando ogni energia mentale ed emotiva e lasciando spazio a ben poco altro.


Le Cause della Codipendenza Affettiva

La dipendenza affettiva si origina come risultato di una combinazione di esperienze precoci, dinamiche familiari disfunzionali e vulnerabilità psicologiche individuali. Questo fenomeno si manifesta quando una persona sviluppa un bisogno eccessivo e irrazionale di essere accettata, amata o confermata dagli altri, spesso sacrificando il proprio benessere e la propria identità.

Vediamo alcune dell cause principali di cui siamo a conoscenza:

  1. Modelli di attaccamento insicuro
    La teoria dell’attaccamento di John Bowlby ci fornisce una cornice utile per comprendere l’origine della dipendenza affettiva. Bambini cresciuti in un ambiente in cui le figure di riferimento sono state imprevedibili, negligenti o iperprotettive possono sviluppare un attaccamento ansioso. Questo porta alla convinzione che l’amore sia condizionato e che sia necessario “guadagnarselo” a tutti i costi.
  2. Esperienze di abbandono o rifiuto
    Traumi emotivi come il divorzio dei genitori, la morte di una figura di riferimento o il rifiuto da parte di un caregiver possono generare un vuoto emotivo che, in età adulta, viene colmato attraverso relazioni intense e talvolta disfunzionali. La paura del rifiuto diventa così un motore per comportamenti di dipendenza.
  3. Autostima fragile
    La mancanza di rinforzi positivi (ne parleremo in un articolo a parte) durante l’infanzia, associata a critiche o richieste elevate, può portare alla costruzione di una bassa autostima. In questo contesto, la persona cerca costantemente validazione esterna, affidando agli altri il compito di confermare il proprio valore.
  4. Genitorialità narcisistica o controllante
    Essere cresciuti in un ambiente familiare in cui i genitori erano focalizzati sui propri bisogni, trascurando quelli del bambino, o esercitavano un controllo eccessivo, può portare alla convinzione che il proprio benessere dipenda totalmente dall’accettazione e approvazione degli altri.
  5. Condizionamenti culturali e sociali
    In alcune culture, specialmente quelle che idealizzano il sacrificio e la dipendenza nei rapporti di coppia, le persone possono interiorizzare il messaggio che il valore personale dipenda dal soddisfare le aspettative emotive altrui.
  6. Difficoltà nella regolazione emotiva
    La dipendenza affettiva può essere vista come una strategia per evitare emozioni dolorose come la solitudine, il vuoto e la paura. La persona dipendente tende a proiettare sull’altro il compito di fornire stabilità emotiva, non avendo sviluppato sufficienti capacità di auto-regolazione.

La dipendenza affettiva nasce dall’intersezione di fattori personali e relazionali che creano una vulnerabilità emotiva. Comprendere queste cause psicologiche è il primo passo per sviluppare un senso di sé più solido e imparare a costruire relazioni equilibrate e autentiche. Un percorso psicoterapeutico mirato può aiutare a esplorare queste dinamiche e favorire la crescita personale.


Quali sono le possibili soluzioni per la codipendenza affettiva?

Superare la codipendenza affettiva è un percorso complesso ma possibile. Si parte dall’autoconsapevolezza, la capacità di riconoscere i propri schemi disfunzionali e le emozioni sottostanti, come la paura dell’abbandono o la colpa. È fondamentale che il paziente comprenda che il cambiamento riguarda sé stesso, non il comportamento degli altri.

La chiave è lavorare sull’autostima: passo dopo passo, mattoncino dopo mattoncino, è necessario aiutare il paziente a recuperare un senso di valore personale, indipendente dall’approvazione altrui. Questo richiede tempo e un approccio terapeutico mirato, che aiuti a ridefinire i confini personali e a sviluppare l’autonomia emotiva.

Affrontare la paura dell’abbandono è centrale. Questa emozione spesso affonda le radici in esperienze traumatiche passate o in dinamiche familiari anaffettive. Attraverso la terapia, il paziente può imparare a gestire questa paura senza lasciarsi dominare da essa.

Un altro passaggio cruciale è costruire una propria identità: coltivare interessi, amicizie e passioni indipendenti dalla relazione. La dipendenza affettiva si nutre della mancanza di autonomia, e il primo segnale di guarigione è la capacità di provvedere ai propri bisogni senza sentirsi in colpa.

Infine, è importante normalizzare l’ambivalenza. I sentimenti contrastanti verso la relazione non sono un nemico, ma una parte del percorso. Accettarli e comprenderli è un passaggio essenziale per riscoprire sé stessi e costruire una nuova consapevolezza.

“Non possiamo cambiare il vento, ma possiamo orientare le vele.”

Se senti che stai lottando con la codipendenza affettiva, ricorda: chiedere aiuto è il primo passo per riprendere il controllo della tua vita, e un professionista può aiutarti a riprendere il controllo della tua vita.

Lettura consigliata: Matteo Radavelli – L’amore in Gabbia (2023)