Enrico Ginelli
Psicologo-capoterra.it

Stimolazione Magnetica Transcranica nella Depressione

La Depressione è una realtà

Al giorno d’oggi la depressione, nelle sue varie forme, è sempre più presente nella nostra realtà quotidiana. Oggi andiamo a vedere una “strada alternativa” e forse meno conosciuta che possiamo percorrere per migliorare la nostra salute mentale e il nostro benessere generale.

Come dicevo, la depressione colpisce abbastanza indistintamente giovani e meno giovani, donne e uomini, e non si cura di aspetti come la personalità o la classe sociale di provenienza. Un male comune, spesso devastante.

La depressione è una condizione profonda e invisibile che ti consuma dall’interno, lasciandoti vuoto e senza energia.

E spesso solo/a, nell’affrontare anche le sfide più semplici della vita. È un peso che ti isola, rendendo le tue relazioni più difficili, la voglia quasi assente e la visuale nei confronti della vita sempre più ristretta e appannata. Le statistiche ci dicono che la depressione è in crescita nella nostra società, e il trend purtroppo non avrà inversioni di tendenza a breve.

Per combatterla, abbiamo però tante frecce nella nostra faretra.

Ovviamente esistono il sostegno psicologico e la psicoterapia, così come il ricorso ai farmaci antidepressivi o ansiolitici, il cambiamento di alcuni parametri di stile di vita come l’alimentazione o il sonno (di cui sono un grande sostenitore, perciò vi parlerò separatamente di questi approcci). Esistono però approcci più di nicchia, più o meno invasivi, che vengono utilizzati ogni giorno nella lotta al “grande cane nero”, come in alcuni Paesi si chiama la depressione.

Depressioncina, Depressione Maggiore, Depressione “Resistente”

Nella pratica clinica noi psicologi, così come i colleghi psichiatri, parliamo semplicemente di “Depressione Maggiore” una volta che i criteri sono soddisfatti. Utilizziamo poi i cosiddetti specificatori per meglio definire il caso, di volta in volta. Nella realtà invece ci sono vari tipi di depressione: quella stagionale, quella passeggera, quella che ci ritorna sempre in mano come un boomerang, quella con aspetti di distacco dalla realtà, quella con cui sei sempre cresciuto/a etc.

Oggi però ci concentreremo soprattutto su una, particolormente insidiosa, di queste categorie nello specifico: la depressione cosiddetta farmaco-resistente. Essa è caratterizzata dalla non-risposta, dal non-miglioramento dei sintomi depressivi anche quando si utilizzano correttamente i farmaci e talvolta la combinata farmaco+psicoterapia. Quanto è rara questa forma? Tristemente, ben poco. Il 30% dei pazienti trattati con farmaci antidepressivi ci rientra nella sua storia terapeutica. Esatto, 1 su 3.

E in questo caso allora cosa si fa? Siamo condannati?

No, naturalmente, non siamo condannati.

Tuttavia, in quel caso dovremo ricorrere a strategie alternative o più elaborate. Potremmo variare approccio psicoterapico, oppure provare differenti tipologie di farmaci, combinati e non. Potremmo infine anche provare delle tecniche strumentali e alternative come la Terapia Elettroconvulsivante (ETC), la Stimolazione Cerebrale Profonda (DBS), o la Stimolazione Magnetica Trans-Cranica, che è il caso che andremo ad analizzare qui oggi. Queste tecniche accompagnano gli altri approcci, non sostituendosi ad essi, e guidano il paziente a un approccio più diretto al trattamento della malattia.

Stimolazione Magnetica Transcranica… paroloni!

La Stimolazione Magnetica Transcranica (o solo TMS, in breve) potrebbe sembrare un termine complicato, ma in realtà descrive una procedura che è semplice e non invasiva. Si tratta di una tecnica che utilizza campi magnetici per stimolare le cellule nervose nel cervello, in particolare nelle aree legate al controllo dell’umore. Questo è importante per chi soffre di depressione resistente ai trattamenti tradizionali come farmaci o psicoterapia, che potrebbero non fornire il sollievo sperato.

Come funziona, in pratica? Molto semplice e molto poco spaventoso! Ci andremo a sedere su una sedia apposita, e l’operatore esperto andrà a piazzare uno strumento (bobina) vicino al nostro capo, per alcuni minuti. Assolutamente indolore, praticamente priva di effetti collaterali.

Dovremo solo sederci, o talvolta sdraiarci, stare comodi e rilassati e aspettare che il procedimento termini. Per gli scettici o i preoccuponi di turno: non sono né radiazioni né magia né raggi laser, bensì un semplicissimo campo magnetico!

La TMS si concentra principalmente su una zona del nostro cervello chiamata “corteccia prefrontale dorsolaterale”, una zona del cervello che purtroppo ha dimostrato di essere meno attiva nelle persone depresse (guarda caso svolge un ruolo fondamentale nella regolazione emotiva).

La stimolazione di questa regione può aiutare a ripristinare una normale attività cerebrale, favorendo un miglioramento dell’umore. Ciò che rende la TMS particolarmente interessante è che non richiede anestesia, non è invasiva e ha pochi effetti collaterali rispetto ad altre opzioni terapeutiche.

A differenza di procedure come l’elettroshock o ECT, la TMS è ben tollerata dai pazienti e non comporta perdita di memoria o altri effetti collaterali gravi. Questo la rende una scelta terapeutica valida per chi ha già provato altri approcci senza successo.

Se è così efficace perché non la usiamo sempre e ovunque allora? Purtroppo non è questione di segretezza o pericolosità, quanto di costi. Costi pubblici, più che per il paziente. I macchinari sono costosi, le cliniche che la eseguono limitate, e i professionisti formati a tale scopo pochi.

Una riflessione su TMS e Depressione

Sebbene la TMS rappresenti una promettente opzione terapeutica, è importante riflettere sul suo ruolo all’interno di un percorso di trattamento più ampio. Non è una “bacchetta magica” che cancella la depressione con un colpo, ma piuttosto uno strumento efficace che può essere integrato in un approccio terapeutico complessivo.

Per chi soffre di depressione resistente ai farmaci, la TMS può essere un’opportunità per recuperare un po’ di controllo su un disturbo che sembra difficile da domare.

È fondamentale, però, affrontare questa terapia con consapevolezza e in un contesto di supporto psicologico. La TMS agisce su aspetti biologici della depressione, ma non può risolvere da sola le dinamiche psicologiche ed emotive sottostanti che hanno portato alla malattia. Un approccio multidisciplinare, che includa la psicoterapia e il supporto psicologico, resta essenziale per affrontare tutte le dimensioni del disturbo.

Si tratta di una tecnologia avanzata, frutto di anni di ricerca e utilizzata da decenni ormai, che offre una possibilità concreta a chi combatte una forma di depressione che non risponde ai trattamenti tradizionali. È una ulteriore frontiera nella cura della depressione, ma come ogni strumento, funziona al meglio quando usato in maniera sapiente, all’interno di un percorso di guarigione individualizzato progettato da mani esperte.

Lettura consigliata: C come Cervello. Neuroscienze per lettori Curiosi. Edizione a colori